Terapia genica: Strimvelis per l’immunodeficienza combinata grave da deficit di adenosina deaminasi


L’EMA ( European Medicines Agency ) ha raccomandato la concessione dell’autorizzazione all’immissione in commercio per una nuova terapia genica, denominata Strimvelis, per il trattamento dei pazienti con immunodeficienza combinata grave da deficit di adenosina deaminasi ( ADA-SCID ), che non abbiano alcun donatore compatibile per un trapianto di cellule staminali.

L’ADA-SCID è una malattia immunitaria ultra-rara causata da un gene difettoso, ereditato da entrambi i genitori, che interrompe la produzione di adenosina deaminasi.
Senza questo enzima, l’organismo è incapace di degradare una sostanza tossica chiamata deossiadenosina, una tossina che accumulandosi distrugge i linfociti che combattono le infezioni.
Generalmente i sintomi della malattia compaiono nei primi sei mesi di vita e, qualora le funzioni del sistema immunitario non vengano ripristinate, la malattia ha un esito fatale, di solito nei primi due anni di vita.
Oltre ad essere praticamente privi delle difese immunitarie per combattere le infezioni batteriche, fungine o virali, i bambini affetti da questa patologia possono soffrire di altri disturbi, di tipo non-immunologico, tra cui rallentamento della crescita, perdita dell’udito, problemi al fegato e ai reni.

In mancanza di farmaci autorizzati contro l’ADA-SCID, i pazienti sono stati finora sottoposti a trapianto di cellule staminali ematopoietiche ottenute dal midollo osseo di un donatore sano, che accresce le possibilità di sopravvivenza con il recupero del sistema immunitario ma il cui successo dipende dalla compatibilità tra il donatore e il paziente.
In genere, coloro che soffrono di ADA-SCID e ricevono trapianti di cellule staminali da fratelli geneticamente abbinati hanno una buona possibilità di sopravvivenza e di ripristino del sistema immunitario.
Tuttavia, la sopravvivenza dei pazienti che non hanno un donatore compatibile è scarsa, soprattutto a causa del rischio di malattia da trapianto contro l’ospite ( GvHD ). In questo caso è necessario un trattamento immunosoppressivo con un sensibile aumento del rischio di infezione, la principale causa di morte dopo il trapianto.

Alcuni pazienti sono stati sottoposti a terapia enzimatica sostitutiva con Adenosina deaminasi pegilata ( PEG-ADA ). Tuttavia questo trattamento, oltre a richiedere iniezioni settimanali per tutta la vita, non sembra in grado di impedire nel tempo la compromissione del sistema immunitario, rendendo questi pazienti suscettibili alle infezioni.

La terapia genica potrebbe rappresentare un trattamento alternativo con migliore prognosi per qualsiasi paziente, non solo per quanti non abbiano un donatore compatibile per il trapianto.
Strimvelis è prodotta dalle cellule midollari immature del paziente stesso ( cellule CD34+ ), all’interno delle quali viene inserito un gene normale dell’enzima adenosina deaminasi. Successivamente, iniettate nel paziente, queste cellule sono in grado di svilupparsi in diversi tipi di cellule del sangue e immunitarie.
Questo dovrebbe garantire al paziente, per tutta la vita, la produzione di linfociti per combattere le infezioni.
Il ricorso alle cellule del paziente, inoltre, consente di evitare l’insorgenza della malattia del trapianto contro l’ospite, riducendo sia il rischio di infezioni dovute a immunosoppressione che, rispetto al trapianto, la dose di chemioterapia necessaria per preparare un paziente al trattamento.

Gli effetti di Strimvelis sono stati studiati in uno studio clinico pilota che ha coinvolto 12 pazienti, tutti ancora vivi, con una durata mediana del follow-up di 7 anni.
Gli effetti indesiderati più comuni osservati includono: piressia, aumento dei livelli degli enzimi epatici, reazioni autoimmuni, come anemia, neutropenia, anemia emolitica autoimmune, anemia aplastica e trombocitopenia.

Poiché l’ADA-SCID è una patologia rara, nel 2005 Strimvelis ha ricevuto la designazione di medicinale orfano da parte del Comitato per i Medicinali Orfani ( COMP). ( Xagena2016 )

Fonte: EMA – AIFA, 2016

MalRar2016 Med2016 


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